sabato 21 novembre 2015




Maria Grazia Fida
Pedagogista e scrittrice
La crocifissione di Gesù era il più crudele e il più tetro dei supplizi. Quello che dava i maggiori strazi e per più tempo. Se il tatano sopravveniva un torpore pietoso affrettava la morte. La sete della febbre, la
congestione del cuore, l'irrigidimento delle vene, i crampri dei muscoli, le vertigine e le trafitture del capo, l'angoscia dilaniante e crescente non bastavano a vincerli. Ma i più, in capo a dodici ore, spiravano.
Il sangue delle ferite di Gesù s'era aggrumato intorno alle capocchie di ferro ma ogni scossa ne faceva sgorgare altri fili che cadevano giù lenti lungo la croce e gocciavano in terra. La testa s'era piegata, per l'indolenzimento del collo, sopra una parte; gli occhi, gli occhi mortali dove s'era affacciato Iddio per guardare la terra, annegavano nell'invetriatura dell'agonia; e le labbra livide, screpolate dal pianto, disseccate dalla sete, contratte dal penoso fiatare, mostravano gli effetti dell'ultimo bacio, del bacio appestante di Giuda.
 Così muore un Dio.

Quando ci troviamo nella malattia, nella povertà, nell'onta e in tutto ciò che ci ferisce, specialmente quando viene respinta e disprezzata la nostra volontà. Queste cose sono frequenti e di ogni giorno in questa vita, le proviamo per mezzo di uomini malvagi o del Demonio. E quando si avverte questa prova, bisogna essere forti e non lasciarsi prendere dallo stupore - poiché è fatta così questa vita -, ma recitare la giusta preghiera del rosario... L'uomo non può evitare la prova, ma la deve vincere.
Gli altri che non vincono la prova, sono presi dall'ira, dall'odio, divengono impazienti, si dànno volontariamente al diavolo, parlano e operano come assassini. ladri, bestemmiatori, spergiuri, calunniatori e provocano soltanto delle disgrazie, perché la prova li ha vinti. Il Demonio li domina, essi sono perduti per sempre
 
L'alba è indizio, è vaticinio. Se liquida, calma, fulgente, il presagio d'un bel dì è certo e i cuori ne sono dilatati, in festa.
Anche nella vita umana è l'alba diffusa di splendori tranquilli, gemmata di lacrime innocenti, iridescente di sorrisi, nella mite pompa di sognati giacinti, bianca di casti pensieri, giuliva, senza timori e senza rimorsi...